Articolate e complesse, le normative vigenti sullo smaltimento dei rifiuti possono rappresentare per le aziende del settore grafico e cartotecnico un ostacolo da non sottovalutare, soprattutto in relazione alle possibili sanzioni amministrative e penali in cui si incorre in caso di inadempienza. Questo, però, non preclude la possibilità di attuare strategie e prassi operative tali da ridurre, anche significativamente, il costo di gestione dei rifiuti.
I rifiuti prodotti dalle utenze domestiche sono definiti: “urbani”; in questa categoria rientrano anche quelli prodotti da attività commerciali, produttive o industriali che “sono simili per natura e composizione ai rifiuti domestici […]”. Tutti gli altri rifiuti sono definiti: “speciali”; a loro volta i rifiuti speciali, in base alle loro caratteristiche, si dividono in rifiuti speciali pericolosi, che contengono al loro interno un’elevata concentrazione di sostanze inquinanti e che rappresentano un pericolo reale per l’ecosistema, e rifiuti speciali non pericolosi, che non rappresentano un concreto pericolo per l’ecosistema in quanto non contengono sostanze nocive, pericolose o infette per l’ambiente. La gestione dei rifiuti speciali prevede, in larga parte, il loro avvio a forme varie di recupero e, in maniera minore, vengono destinati a operazioni di smaltimento; la media nazionale indica un recupero di qualche punto superiore all’80% e uno smaltimento di poco inferiore del 20% rispetto al totale gestito.
Anche il prodotto grafico, e i rifiuti che i suoi processi di produzione generano, dipendono dalla sua progettazione e dai materiali e dalle sostanze impiegate. Prevedere, in fase di prototipazione, l’uso di una vernice particolare ma classificata come cancerogena o repro-mutogena, comporterà inevitabilmente un aggravio di costo di gestione e di smaltimento, rispetto a una soluzione acrilica. Impiegare quotidianamente inchiostri a base vegetale rispetto a inchiostri UV significa, ad esempio, gestire un rifiuto con CER non pericoloso rispetto a uno pericoloso, e così via. Stesso ragionamento vale per lo smaltimento delle colle: separare scarti di colle pericolose come le poliuretaniche dalla semplice colla a caldo comporta sicuramente una gestione operativa doppia (doppio contenitore, doppie etichette, doppio codice CER) ma significa anche pagare in proporzione. Mettere le due colle assieme, concetto di per sé già pericoloso in quanto potrebbe essere considerato miscelazione di rifiuti, significa pagare l’intera quantità al costo del pericoloso; tipicamente più alto!
Nel caso di una cartotecnica, gli scarti e le eccedenze di un compensatore in plastica avranno un costo diverso da uno in carta, così come un prodotto plastificato comporterà un costo e non un guadagno come, invece, farebbe lo stesso prodotto verniciato all’acqua. Il primo risparmio sui costi di gestione dei rifiuti nasce quindi in fase di progettazione e approvvigionamento; un aiuto o una ispirazione, in tal senso, arriva dal nuovo Regolamento EU sull’eco-design ESPR (Ecodesign for Sustainable Products Regulation). Naturalmente non si può generalizzare: ci sono applicazioni specifiche per cui un’alternativa alla soluzione più inquinante non sarebbe funzionale, ma in tutti gli altri casi una ri-progettazione o una diversa comunicazione al cliente dei benefici offerti dall’una o dall’altra opzione può fare la differenza.
Un altro aspetto sottovalutato è la corretta separazione dei rifiuti prima della loro raccolta e deposito. Pensiamo ai rifiuti generati da una macchina da stampa offset: tipicamente troveremo carta o cartoncino, plastica e legno dai bancali in ingresso, plastica o latta dalle tolle di inchiostro e dai fusti di vernice e ancora, seppur meno visibili, panni e/o soluzioni per i lavaggi e le acque di bagnatura. Negli ultimi anni tutti i produttori di macchine da stampa hanno ripensato o ri-progettato alcune componenti per ridurre i quantitativi di rifiuti prodotti a pari o superiore capacità produttiva.
Allo stesso modo le acque di bagnatura oggi hanno una durata maggiore in macchina con il beneficio di ridurre sensibilmente il consumo annuo di acqua e di limitare le quantità di soluzione da smaltire. Soluzione che, se correttamente raccolta, può essere avviata a recupero consentendo una separazione del solvente e dell’inchiostro presente per recuperarne l’acqua. Il solvente estratto può quindi essere, a sua volta, recuperato e destinato ad altri usi generando un ulteriore risparmio ambientale.
Gestire i rifiuti non significa solo avviarli al corretto recupero o smaltimento ma soprattutto monitorare i materiali e i processi che li generano. Gli obiettivi delle aziende di stampa dovrebbero essere orientati alla riduzione costante dei volumi, alla diminuzione dei quantitativi di pericolosi e delle classi di pericolo oltre al perfetto “0” (zero) destinato a discarica.
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