Secondo i dati di INTERGRAF, l’associazione europea del mondo del printing, il Covid ha avuto un impatto importante, ma per fortuna non così devastante sull’industria grafica europea, rappresentata da 109.000 aziende, 603.000 addetti e con un fatturato di 79 miliardi di Euro. Se è vero che molte aziende hanno spostato le campagne pubblicitarie su carta di almeno 6 mesi, tuttavia la pubblicità via posta è tornata e le previsioni sembrano incoraggianti: secondo Smithers la stampa a inchiostro aumenterà fino al 2024, con una tendenza crescente alla personalizzazione. A completare lo scenario europeo, la situazione della Gran Bretagna, dove l’impatto del Covid per il mondo printing è stato pesante. Il lock-down ha causato la cancellazione del 70% degli ordini (stime: PICON), con importanti conseguenze sul fronte occupazionale. Tuttavia, se la situazione è complessa per chi ha un approccio attendista e tradizionale, non mancano le opportunità per quanti investono per offrire nuovi prodotti ad alto valore aggiunto, proposte sostenibili e consulenze specifiche.
Passando a Paesi più lontani, secondo i dati di IPAMA l’India punta a un ritorno alla normalità nell’arco di 6-9 mesi: se a giugno 2020 la produzione è ridotta del 50%, la prospettiva è arrivare al 70% tra un mese.
Negli Stati Uniti, che hanno visto una contrazione del 5% per il settore del Printing, si prevede invece l’inizio della ripresa solo nel 2021 (stime APTech).
Puntano, infine, alle nuove tecnologie e all’integrazione gli stampatori in Cina, dopo che il mercato, secondo i dati dell’associazione PEIAC, ha subito negli ultimi mesi una contrazione di oltre il 30%.
Credits: Foto tratta dalla presentazione di Intergraf
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