Le due giornate di lavoro della Future Factory hanno permesso, attraverso diverse tavole rotonde, di raccontare la visione e gli sforzi di tutti i protagonisti della filiera del printing. Si sono così confrontati, in momenti dedicati, produttori, brand owner, retailer e stampatori.
In un contesto così complesso, quale è il ruolo per i produttori di macchine?
Gli scenari tecnologici stanno cambiando il modo di fare industria. Quattro le parole emerse chiave emerse nel dibattito: digitalizzazione, sostenibilità, servitizzazione e persone.
La digitalizzazione sta rivoluzionando il modo di fare industria, serve un approccio mentale diverso, investimenti continui in R&D, ma anche propensione alla open innovation. La connessione tra le macchine non solo favorisce l’efficienza, ma cambia anche il modo di produrre e di vendere. La servitizzazione e la possibilità di ibridazione trasformano il rapporto con il cliente in una relazione continua e reciproca, in cui i feedback sono fondamentali per produrre soluzioni inedite e sempre più customizzate e la manutenzione fa parte del pacchetto base di vendita.
Quanto alla sostenibilità, non esistono risposte assolute e valide per tutti, è una questione di equilibri tra necessità produttive, ottimizzazione delle risorse, risparmio energetico. Si tratta dunque di operare le scelte migliori per ogni singolo contesto, scelte in cui sono spesso le persone a fare la differenza.
E qui entra in gioco la quarta parola chiave emersa: people. Perché l’evoluzione continua rende imprescindibile l’interrelazione. La risposta al progresso è oggi la collaborazione di filiera, una sorta di sinergia tra specialisti che coinvolga tutti, da chi fornisce la materia prima a chi realizza e personalizza il packaging, fino a chi lo ricicla. Solo così si potrà trasformare l’industria in un ecosistema virtuoso di apprendimento, in cui si mescolano i vantaggi di materiali ecosostenibili, tecnologie a basso impatto, come per esempio quelle water-based, e comportamenti virtuosi.
Anche per i brand owner l’innovazione senza sostenibilità non può esistere. Ma per fare scelte consapevoli, bisogna sfatare un mito: il costo della sostenibilità non può essere caricato sul consumatore, che non è assolutamente disposto ad accettarlo. La sostenibilità per un brand è dunque in primis una scelta legata alla propria identità, una sorta di codice etico di cui ci si dota, nella consapevolezza che oggi consumatori e investitori sempre più rifiutano l’idea dell’azienda che vende un prodotto senza calcolarne le conseguenze.
Per questo gli sforzi sono massivamente concentrati sul fine vita, sulla possibilità di avere packaging 100% riciclabili, di elaborare nuovi utilizzi creativi degli scarti, come la cellulosa derivata dai fagioli, di proporre nuovi pack che, pur integrando materiali differenti, rendono semplice la separazione e dunque il corretto smaltimento.
Anche per i retailer la sostenibilità è un valore d’impresa, un scelta che, specie nella GDO si concretizza in un concreto contributo al recupero del packaging, ma si allarga anche alla ricerca di nuovi pack (pensiamo alle bioplastiche scelte da Esselunga prima per il confezionamento del latte a marchio) e al tema del food waste, con progetti specifici come l’“Ancora più buoni” di Penny Market, che punta alla vendita a prezzo scontato di confezioni di frutta e verdura solo in parte rovinate e dunque assolutamente ancora adatte al consumo, il cui ricavato viene in parte devoluto al Banco Alimentare.
Gli stampatori vivono invece la sostenibilità guardando a due elementi: la modalità di produzione, dunque la tipologia di inchiostri, ma anche la riduzione di acqua necessaria per il lavaggio e i materiali su cui realizzano le loro personalizzazioni. Il tema del corretto smaltimento e della gestione del fine vita è centrale.
Aiuta per esempio la mono-materialità, perché con tanti materiali diventa più difficile per il consumatore diversificare tutto.
Come proporre un prodotto riciclabile? Lavorando sulla carta e sugli inchiostri, riducendo i passaggi di macchina per realizzare nobilitazioni e orientando concretamente i clienti verso una scelta sostenibile. Anche il concetto di magazzino cambia e accoglie tecnologie per ottimizzare le quantità prodotte. Infine, per comprendere se il loro settore riesce ad essere davvero sostenibile, gli stampatori propongono di misurare il valore della sostenibilità almeno sulle materie prime.
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