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Evoluzione green anche per il tessile
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Quello del tessile è sicuramente un settore ad elevato impatto ambientale. Si pensi che la tintura dei tessuti risulta essere addirittura al secondo posto fra le maggiori cause di inquinamento dell’acqua sul pianeta: per realizzare un paio di jeans ne sono necessari 7.500 litri. All’inquinamento si vanno ad aggiungere le emissioni di gas serra: l’8% di quelle globali sono riconducibili all’industria dell’abbigliamento e delle scarpe. Se questi dati ancora non bastassero, un’idea più chiara ce la fornisce la Ellen Mac Arthur Foundation, secondo cui il settore tessile, con i suoi 1,2 miliardi di tonnellate annuali di CO2 emessa, supera la somma delle emissioni dovute al trasporto aereo o marittimo.

Anche il WWF nelle proprie analisi sul rating ecologico di differenti comparti cita il tessile come un settore che genera una impronta ecologica non sostenibile. Nei tre ambiti di intervento che lo stesso WWF individua come propedeutici per un percorso ecosostenibile diventa centrale proprio il contribuito tecnologico in chiave green di costruttori di sistemi di stampa digitale per il tessile e produttori di inchiostri.

Il contributo verde del printing

Nonostante la maggior parte della produzione di tessuto stampato venga oggi realizzata con la serigrafia, con l’avvento dell’era digitale, i progressi della stampa a getto di inchiostro a diversi livelli – hardware, software, inchiostri per la stampa inkjet – stanno lentamente, ma progressivamente, spingendo l’adozione di questa tecnologia nei processi di produzione tessile. Di fatto, la stampa a getto di inchiostro continua a crescere, mentre la stampa analogica si mantiene stabile o, in alcuni casi, si rivela in calo, soprattutto in Europa. Del resto, la stampa tessile digitale risponde perfettamente a molte delle esigenze dei segmenti della fast fashion e della più nuova fast deco (relativa al mondo del décor).

I processi e le linee di produzione dei brand stanno cambiando in modo significativo per riuscire a rispondere con tempestività all’evoluzione della domanda, sempre più orientata verso personalizzazione, qualità dei prodotti, richiesta di articoli on demand e just in time e sostenibilità dei materiali e del processo.

E’ proprio per ridurre la propria impronta ecologica e limitare il consumo di risorse naturali (acqua ed energia) che nella stampa tessile si sta accelerando la migrazione dalla stampa analogica a quella digitale. L’utilizzo di tecnologie di stampa digitali in produzione consente una riduzione del consumo di acqua del 60%, un relativo risparmio di energia termica pari al 70% e un utilizzo di elettricità inferiore del 30% rispetto a un ciclo di produzione con stampa serigrafica rotativa. A questo si aggiunga la significativa riduzione della quantità di acque reflue e dello spazio necessario per macchinari e sistemi di stampa (fonte: Unitex).

Questo grazie alla semplificazione del processo, come ben raffigurato nell’infografica qui di seguito.

Il ruolo degli inchiostri

Sono diversi gli inchiostri destinati alla stampa tessile e, in base alla composizione, si dividono tra inchiostri a solvente e inchiostri a base acqua. Per il settore del soft signage - segnaletica, bandiere, banner e così via – vengono tuttora prevalentemente utilizzati inchiostri a solvente o eco solvente. Nel corso dell’ultimo decennio, si è invece verificato un importante cambiamento in ambito di stampa tessile per abbigliamento, moda e home textile: a fronte di una richiesta crescente di credenziali ecologiche, gli inchiostri a solvente sono stati progressivamente sostituiti da quelli a base acqua che garantiscono un impatto ecologico molto inferiore.