I dati Comieco sul riciclo e recupero di carta e cartone confermano che la filiera del printing ha una storia virtuosa e sostenibile. Un percorso iniziato con il Decreto Ronchi del 1997, che andava a recepire la direttiva europea 94/62/CE sul riciclo e recupero degli imballaggi. Secondo tale direttiva, entro il 2001 carta e cartone dovevano essere riciclati in una percentuale variabile tra il 25% e il 45%, con una soglia minima del 15%. Percentuale successivamente elevata al 60% (direttiva 2004/12/CE, con scadenza nel 2008), 75% (direttiva 2018/852/CE con scadenza 2025) e 85% (stessa direttiva, scadenza 2035).
L’Italia arrivò alla prima scadenza, nel 2001, con il 50% di carta e cartone riciclato, ampiamente oltre gli obiettivi. Tre anni dopo, nel 2004, la percentuale era al 62,4%, superiore all’obiettivo europeo di fine 2008. Il 75% previsto dall’Unione Europea per la fine del 2025 è stato raggiunto nel 2009, con ben sedici anni di anticipo. E oggi, i dati Comieco certificano che la soglia dell’85%, da raggiungere entro il 2035, è stata superata lo scorso anno, attestandosi sull’87,4%.
Un risultato che testimonia come la filiera del Belpaese abbia risposto con coscienza civica alla chiamata della sostenibilità, operando a tutti i livelli per uno scopo comune. Basti pensare alla sfida rappresentata dagli ultimi due anni, un biennio nel corso del quale il 56% della produzione cartaria italiana è stata destinata agli imballaggi, per un totale di 4,8 milioni di tonnellate nel 2020 e una crescita del 4,7% rispetto all’anno precedente. A spingere tutto questo la pandemia, ovviamente, che ha portato a un mutamento drastico nelle abitudini di acquisto dei consumatori e dato vita a un boom di eCommerce e delivery. La risposta della filiera è stata esemplare: a fronte di 4,6 milioni di tonnellate di carta e cartone immesse a consumo nel 2020, ne sono state riciclate 4 milioni di tonnellate (87,4%) e recuperate come energia altre 347mila tonnellate, per una percentuale totale del 94,8% (dati Comieco).
Tutto questo conduce a quella circolarità economica che è sempre più l’obiettivo a cui tendere. Secondo i dati 2021 di CEPI, in Europa nel 2020 sono state utilizzate 32 milioni di tonnellate di carta e cartone da riciclo, con una crescita rispetto all’anno precedente del 5,6%. Il Paese con la percentuale di crescita più alta di tutti è l’Italia, che si attesta al 9,3%, superiore anche alla Germania.
Questa storia di eccellenza italiana ha, negli ultimi anni, ricevuto riconoscimenti ufficiali a sottolineare l’ottimo lavoro svolto. Anzitutto l’indicazione, presente nel Recovery Plan approvato dalla Camera nella primavera 2021, che la filiera della carta e cartone è centrale per lo sviluppo tecnologico e sostenibile del Paese. In secondo luogo la definitiva entrata in vigore, il 24 agosto 2021, del decreto 188/2020 che disciplina a livello nazionale i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto per la carta e cartone oggetto di raccolta differenziata. Una sostituzione nel segno della continuità del precedente DM 5.2.1998 (che a sua volta fu pioniere in Europa) che rende l’Italia l’unico paese europeo assieme alla Spagna ad aver già adottato un sistema di End of Waste.
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