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Automazione fa rima con rivoluzione
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L’automazione porterà 58 milioni di posti di lavoro in più entro il 2022. È il saldo netto stimato dal World Economic Forum nel report The future of jobs pubblicato a fine 2018, fra i 75 milioni di professionalità che diverranno obsolete con l’introduzione di intelligenza artificiale e robot e i 133 milioni di nuove occupazioni create per gli stessi motivi. Un cambiamento che sta passando come un tornado anche sulle aziende di stampa italiane.

Cambierà, e sta già cambiando, il modo il lavorare. La quarta rivoluzione industriale si muove sui binari dell’intelligenza artificiale, delle reti internet 5G, dei big data e del cloud, che necessitano di professionalità in grado di gestirle. Non meno della metà di tutti i dipendenti delle aziende al mondo, secondo l’analisi condotta dal WEF, avrà bisogno di nuova formazione. Ci vorrà del tempo: per questo “re- and upskilling” il 35% impiegherà fino a sei mesi per formarsi, il 9% fino a un anno e uno su dieci più di 12 mesi.

Il cambiamento sta passando come un tornado anche sulle aziende di stampa italiane. La riduzione delle tirature e il moltiplicarsi delle commesse, l’immediatezza dell’online printing e la necessità di calcolare al millesimo costi e guadagni del singolo foglio in macchina, rendono indispensabile la rivoluzione anche per gli stampatori. L’iperammortamento previsto dal piano Industria 4.0 e le attività di supporto alla digitalizzazione svolte dalle associazioni di settore stanno orientando le aziende nella giusta direzione. Dal Check-up Industry 4.0 realizzato da Federazione Carta e Grafica e SDA Bocconi “emerge una chiara tendenza: seppur con un certo ritardo complessivo la filiera si sta muovendo verso la creazione delle condizioni strutturali per poter poi cogliere appieno i vantaggi e le opportunità offerte dalla trasformazione paradigmatica in atto”, si legge. La strada è lunga, ma la direzione è quella giusta.