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2021: l’anno delle accelerazioni
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Stiamo attraversando un grandissimo cambiamento, che ci traghetterà in un mondo probabilmente diverso. Cosa ci aspetta in questo 2021? Quale lo scenario tecnologico e culturale con cui aziende e management sono chiamati a confrontarsi? Ne abbiamo parlato con Alberto Mattiello, esperto di tecnologia ed innovazione aziendale.

“Il 2021?  Lo vedo come un anno a doppia accelerazione: quella tecnologica, che parte da lontano, e quella più recente e potrei dire ‘forzata’, determinata dalla pandemia” – esordisce Mattiello.

 

IL PRIMO GRANDE ACCELERATORE: LA TECNOLOGIA

“La forte accelerazione tecnologica che stiamo vivendo – specifica – non ha in realtà nulla a che fare con il Covid, ma parte da molto lontano ed è, per così dire, casuale che proprio tra quest’anno e il 2025 giungeranno a maturazione tantissime tecnologie su cui si sta investendo da tempo. Ve ne cito quattro, destinate a cambiare lo scenario:

-          5G: in tante città è già realtà, ma in tre anni è destinato a rivoluzionare il mondo del business e tutti gli ambiti di produzione

-          cloud: fino ad oggi per avvalersi di nuovi servizi le aziende erano costrette a strutturarsi all’interno con nuove competenze. Oggi, grazie alle potenzialità del cloud, non è più necessario produrre all’interno, si può comprare.

-          Intelligenza Artificiale: è destinata a diffondersi in tutti i campi, aumentandone le potenzialità. Sono già tantissime le start-up che ci stanno lavorando. Faccio un esempio basico: il testo scritto è stata la prima cosa che abbiamo digitalizzato, ormai trent’anni fa. Oggi le potenzialità sono completamente diverse: grazie all’AI, si è passati dal semplice controllo grammaticale alla rielaborazione semantica per obiettivi. In sintesi, se voglio elaborare un testo che possa risultare attrattivo per un determinato target, mi basta segnalarlo al mio software che, sulla base di dati registrati, lo rielabora per aumentare la capacità di engagement. Pensiamo anche ai deepfake: nati per prendere in giro la politica su Internet, possono trasformarsi in un vero e proprio servizio di marketing o commerciale. Grazie all’acquisto su piattaforme esistenti, posso infatti ottenere avatar in grado di presentare il mio prodotto in tutte le lingue del mondo. L’AI è insomma la nuova frontiera a disposizione di ogni comparto: chiunque oggi non si impegni ad ottimizzare la propria attività con l’intelligenza artificiale in cinque anni sarà probabilmente fuori dai giochi.

-          Robotica: qualche mese fa il CES di Las Vegas si è svolto in modalità virtuale e almeno il 50% degli espositori ha presentato esempi di robotica. E non parlo solo di robotica applicata ad ambiti produttivi o industriali, penso anche a logistica e retail. Insomma, le tecnologie sono destinate ad “avere le mani”, non nel senso di robot umanoidi, ma di capacità di fare qualcosa. Sempre più, piccoli device in grado di svolgere compiti concreti troveranno applicazione sia nelle nostre case, che in ambito business”.

 

COVID: L’ACCELERAZIONE INDOTTA

“La seconda accelerazione – continua Mattiello – è quella determinata dal Covid-19. La pandemia, insieme a tutti i problemi che purtroppo ben conosciamo, ha portato con sé anche un cambio culturale importantissimo, facendoci finalmente superare la resistenza alla digitalizzazione. Insomma, in poche settimane, ci ha costretti a diventare digitali.

Ecco perché, fatto questo salto culturale, il 2021 sarà l’anno in cui ogni realtà dovrà impegnarsi a trovare un equilibrio tra quello che si potrà fare nella location, chiamiamola così, tradizionale; quello che si potrà fare a casa propria e quello che si potrà fare nel mondo digitale. Il nuovo modo di fare business dovrà puntare a un bilanciamento fra queste tre realtà, che ormai interagiscono senza soluzione di continuità. Faccio l’esempio banale del negozio. Il proprietario oggi dovrà chiedersi quali attività dovranno tornare necessariamente a svolgersi nello spazio fisico, quali potranno svolgersi entrando nelle case dei propri clienti e quali, infine, dovranno essere gestite in digitale e con quali strumenti.

Il Covid in pochi mesi ha cambiato tantissime realtà. Il mondo della medicina un po’ per paura del contagio, un po’ per l’esigenza del distanziamento sociale e della gestione di un gran numero di pazienti, ha dovuto fare un balzo digitale.

Le nuove tecnologie e il nuovo approccio culturale sviluppato dagli stessi medici hanno cambiato completamente il rapporto con il paziente, per cui quello che poteva succedere solo in farmacia, per esempio, oggi succede nelle nostre case. Tornando al CES di Las Vegas, sono stati presentati sistemi di monitoraggio e follow-up del paziente gestibili con il cellulare, che consentono presso la propria abitazione di ottenere live i risultati delle analisi del sangue”.

 

IL NUOVO SCENARIO: UNA OPPORTUNITA’ DA COGLIERE

“Quello che quindi pochi mesi fa era scontato succedesse in un luogo specifico, oggi si è trasformato e spostato nelle nostre case. È un cambiamento irreversibile, per cui bisognerà trovare un nuovo equilibrio.

In sintesi, le nuove tecnologie, unite alla velocizzazione digitale, hanno cambiato tantissime cose e questo è il momento di chiedersi cosa fare per sfruttare al massimo questo nuovo scenario, perché tornare indietro semplicemente non sarà possibile.

La nostra casa non è più un ambiente privato, è diventata un punto di snodo con cui dovrà relazionarsi ogni ambito di business o formativo: è ufficio, scuola, palestra, negozio. Si tratta di una svolta culturale con cui bisogna fare i conti e alcune realtà stanno già concretamente lavorando per rivoluzionare la vecchia organizzazione. L’Università di Berkeley, per esempio, post Covid ha deciso di sperimentare un nuovo metodo di insegnamento che ha definito flip education (didattica capovolta). Ora che sappiamo che l’e-learning funziona, possiamo massimizzarne i risultati, garantendo a tutti di fare lezione con il miglior professore disponibile, che potrà insegnare su una piattaforma online o con un video registrato, senza porre limiti alla numerosità della sua classe. Ma questo non vuol dire che sarà eliminato l’insegnamento fisico. Semplicemente a scuola si andrà non per ascoltare la lezione, ma per fare quelli che erano i compiti a casa e a seguire gli studenti non sarà il professore, ma un tutor, che lavorerà con classi più piccole. Sostanzialmente, Berkeley propone un nuovo equilibrio fra digitale e fisico, in una logica completamente rovesciata rispetto al passato. Un esempio per dirvi che tutte le realtà sono in effetti oggi chiamate a ripensarsi alla luce di quest’ultimo anno.

Lo stanno già facendo anche i negozi: durante la pandemia hanno reagito impiegando la forza vendita come call center o sui canali social, portando i venditori a scoprire nuove potenzialità di strumenti già esistenti e a sviluppare una nuova cultura della propria professionalità. Questa accelerazione porterà inevitabilmente a un cambiamento. In America alcuni retail si stanno già strutturando per avere al loro interno un’area in cui organizzare delle live, trasformandosi in un broadcaster, che può decidere se comunicare one-to-many o one-to-one e il digitale è parte essenziale del processo di cambiamento.

Ma il nuovo approccio più digitale sta investendo tutti i settori. Torno all’esempio del CES di Las Vegas. La Procter&Gamble ha organizzato un evento virtuale che, rispetto a una fiera digitale ‘tradizionale’, era rivoluzionario. Ha creato un Virtual Life Lab, un ambiente digitale in cui si poteva entrare e dialogare con gli Avatar dei dipendenti. Un’idea innovativa, nata dalla necessità, che l’azienda ora ha deciso di rendere stabile, semplicemente perché ha scoperto un nuovo modo di comunicare con i suoi clienti”.

 

DIGITALE E FISICO, ALLA RICERCA DI UN NUOVO EQUILIBRIO

“Attenzione, però, questo non vuol dire che il momento di incontro fisico è superato. – conclude Mattiello - Io per primo sento l’esigenza della fiera in presenza come momento di incontro, ma sicuramente l’esperienza di quest’ultimo anno ci porterà a cambiare le logiche e a cercare un nuovo equilibrio tra fisico e digitale. Ormai la trasformazione digitale è avvenuta, siamo nella fase successiva, che è quella della trasformazione cognitiva, ulteriormente accelerata dall’AI.

Se vogliamo, la situazione tecnologica attuale è estremamente democratica: in cloud si può attingere a qualunque servizio e tecnologia. La capacità principale dell’azienda oggi non deve essere saper fare, ma saper selezionare, perché il contesto tecnologico è per tutti, ma non di tutti è la capacità di fare da system integrator e operare le scelte migliori”.